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11 Ottobre 2024

In diverse tappe di DIGITALmeet 2024 (Battipaglia, Siena, Trento, Torino, Roma, Padova, Vicenza) si discuterà delle Smart City, ovvero delle città intelligenti, che rappresentano un’integrazione innovativa tra tecnologia, capitale umano e infrastrutture urbane. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita dei cittadini, ottimizzare l’uso delle risorse e ridurre l’impatto ambientale. Numerosi studi evidenziano come la sinergia tra tecnologia e capitale umano sia fondamentale per lo sviluppo e il successo delle Smart City. In che modo? Combinando in modo efficace tecnologia e competenze umane.

Il 16 ottobre a Vicenza si terrà uno degli eventi con protagonista la Smart City, che vedrà il confronto tra importanti ospiti tra cui Giacomo Possamai, Sindaco di Vicenza, Gianni Potti, Presidente di Fondazione Comunica e founder di DIGITALmeet, Enrico Maggi, Presidente Servizi Innovativi Confindustria Vicenza, e tanti altri.

Scopri il programma e iscriviti all’evento: https://smart-city-Vicenza.eventbrite.it 


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3 Ottobre 2024

Articolo di Luca Giuman

Nel mondo odierno, la tecnologia gioca un ruolo cruciale in quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Tuttavia, non tutti hanno accesso alle stesse risorse tecnologiche, creando un divario digitale che può esacerbare le disuguaglianze sociali ed economiche. Le politiche di alfabetizzazione digitale rappresentano un potenziometro fondamentale per regolare questo divario.

Cos’è l’Alfabetizzazione Digitale?

L’alfabetizzazione digitale non si limita alla capacità di utilizzare un computer o navigare su Internet. Include anche:

  • La comprensione di come funzionano le tecnologie digitali.
  • La capacità di valutare criticamente le informazioni online.
  • L’abilità di utilizzare strumenti digitali per risolvere problemi e creare contenuti.

L’alfabetizzazione digitale è un concetto ampio che abbraccia diverse competenze e conoscenze. Non si tratta solo di sapere come usare un dispositivo, ma di comprendere il contesto in cui le tecnologie digitali operano e come possono essere utilizzate in modo efficace e sicuro. Questo include la capacità di riconoscere e affrontare le minacce alla sicurezza online, come il phishing e il malware, e di comprendere le implicazioni etiche e legali dell’uso delle tecnologie digitali.

L’Importanza dell’Alfabetizzazione Digitale

Aumentare l’alfabetizzazione digitale è essenziale per garantire che tutti abbiano le stesse opportunità di beneficiare dei progressi tecnologici. Questo non solo riduce la distanza tra chi è connesso e chi è escluso, ma promuove anche:

  • L’inclusione sociale.
  • L’uguaglianza economica.

Le persone con competenze digitali avanzate hanno maggiori probabilità di:

  • Trovare lavoro.
  • Accedere a servizi essenziali.
  • Partecipare attivamente alla società.

L’alfabetizzazione digitale è fondamentale per l’inclusione sociale ed economica. Le persone che non hanno accesso alle tecnologie digitali o che non sanno come utilizzarle rischiano di essere escluse da molte opportunità, come l’accesso a servizi online, l’istruzione a distanza e le opportunità di lavoro. Inoltre, l’alfabetizzazione digitale può contribuire a ridurre le disuguaglianze economiche, poiché le persone con competenze digitali avanzate hanno maggiori probabilità di trovare lavoro e di accedere a opportunità di formazione e sviluppo professionale.

Migliorare l’Accesso alle Tecnologie

Oltre all’alfabetizzazione digitale, è fondamentale migliorare l’accesso alle tecnologie. Questo include:

  • L’espansione delle infrastrutture di rete.
  • La riduzione dei costi di accesso a Internet.
  • La distribuzione di dispositivi tecnologici a chi ne ha bisogno.

Solo garantendo un accesso equo alle tecnologie possiamo sperare di colmare il divario digitale.

L’accesso alle tecnologie è un elemento cruciale per l’alfabetizzazione digitale. Senza un accesso adeguato alle tecnologie, le persone non possono sviluppare le competenze digitali necessarie per partecipare pienamente alla società digitale. Questo include l’accesso a dispositivi come computer, tablet e smartphone, nonché l’accesso a una connessione Internet affidabile e a basso costo. Inoltre, è importante garantire che le tecnologie siano accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità.

Strategie per Migliorare l’Alfabetizzazione Digitale

Per migliorare l’alfabetizzazione digitale, è necessario adottare una serie di strategie e politiche. Queste possono includere:

  • Programmi di formazione e istruzione: Offrire corsi di formazione e programmi educativi per insegnare le competenze digitali di base e avanzate.
  • Partenariati pubblico-privato: Collaborare con aziende tecnologiche, organizzazioni non profit e istituzioni educative per sviluppare e implementare programmi di alfabetizzazione digitale.
  • Iniziative di sensibilizzazione: Promuovere la consapevolezza dell’importanza dell’alfabetizzazione digitale attraverso campagne di sensibilizzazione e iniziative di comunicazione.
  • Supporto alle comunità svantaggiate: Fornire risorse e supporto alle comunità svantaggiate per garantire che abbiano accesso alle tecnologie e alle opportunità di formazione.

Il Ruolo delle Istituzioni Educative

Le istituzioni educative svolgono un ruolo cruciale nell’alfabetizzazione digitale. Le scuole, le università e altre istituzioni educative possono offrire corsi di formazione e programmi educativi per insegnare le competenze digitali. Inoltre, possono integrare l’alfabetizzazione digitale nei curricula esistenti, in modo che gli studenti possano sviluppare le competenze digitali necessarie per il successo nel mondo digitale.

Il Ruolo del Settore Privato

Il settore privato può svolgere un ruolo importante nell’alfabetizzazione digitale. Le aziende tecnologiche possono offrire programmi di formazione e risorse per aiutare le persone a sviluppare le competenze digitali. Inoltre, possono collaborare con le istituzioni educative e le organizzazioni non profit per sviluppare e implementare programmi di alfabetizzazione digitale.

Il Ruolo delle Politiche Pubbliche

Le politiche pubbliche possono svolgere un ruolo fondamentale nell’alfabetizzazione digitale. I governi possono sviluppare e implementare politiche e programmi per migliorare l’accesso alle tecnologie e promuovere l’alfabetizzazione digitale. Questo può includere l’espansione delle infrastrutture di rete, la riduzione dei costi di accesso a Internet e la distribuzione di dispositivi tecnologici a chi ne ha bisogno.

Conclusione

Le politiche di alfabetizzazione digitale sono uno strumento potente per ridurre il divario digitale. Investire in programmi di formazione e migliorare l’accesso alle tecnologie sono passi cruciali per costruire una società più equa e inclusiva. Solo così possiamo garantire che tutti abbiano le competenze necessarie per partecipare attivamente alla vita digitale, promuovendo l’innovazione e la crescita economica. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo costruire un futuro in cui nessuno sia lasciato indietro.


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30 Settembre 2024

Articolo di Luca Giuman

L’automazione è una realtà in continua espansione che sta trasformando il mercato del lavoro a una velocità senza precedenti. Mentre alcuni vedono questa trasformazione come una minaccia per l’occupazione, altri la considerano un’opportunità per innovare e crescere. La regolamentazione del mercato del lavoro gioca un ruolo cruciale in questo contesto, influenzando direttamente l’automazione e la perdita di posti di lavoro. Tuttavia, attraverso la formazione continua e il reskilling, possiamo attenuare l’impatto negativo dell’automazione, offrendo nuove opportunità a coloro i cui lavori sono a rischio e mantenendo l’equilibrio occupazionale.

La Necessità di una Regolamentazione Adeguata

Per affrontare queste sfide, è essenziale una regolamentazione adeguata del mercato del lavoro. Le politiche devono essere progettate per proteggere i lavoratori senza ostacolare l’innovazione. Questo equilibrio delicato può essere raggiunto attraverso una combinazione di incentivi per le aziende che investono in tecnologie emergenti e programmi di supporto per i lavoratori che necessitano di riqualificazione.

Formazione Continua e Reskilling: La Chiave per il Futuro

La formazione continua e il reskilling sono strumenti fondamentali per garantire che i lavoratori possano adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro. Le aziende, i governi e le istituzioni educative devono collaborare per creare programmi di formazione che siano accessibili e rilevanti. Questi programmi devono essere progettati per sviluppare competenze che siano in linea con le esigenze del mercato del lavoro moderno, come la competenza digitale, il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi complessi.

Esempi di Successo

Ci sono già numerosi esempi di successo in cui la formazione continua e il reskilling hanno avuto un impatto positivo. Ad esempio, in Germania, il sistema di apprendistato duale combina l’istruzione scolastica con la formazione pratica in azienda, preparando i giovani per una carriera nel settore tecnologico. In Singapore, il governo ha lanciato l’iniziativa Skills Future, che offre crediti di formazione ai cittadini per incentivare l’apprendimento continuo.

Il Ruolo delle Aziende

Le aziende hanno un ruolo cruciale da svolgere in questo processo. Devono essere proattive nell’identificare le competenze future necessarie e investire nella formazione dei propri dipendenti. Questo non solo aiuta a mantenere la forza lavoro aggiornata, ma migliora anche la competitività dell’azienda nel lungo termine. Le aziende che investono nella formazione dei propri dipendenti tendono a vedere un aumento della produttività e della soddisfazione dei dipendenti.

Conclusione

In conclusione, la regolamentazione del mercato del lavoro e l’automazione non devono essere visti come forze opposte. Con una regolamentazione adeguata e un impegno verso la formazione continua e il reskilling, possiamo trasformare le sfide dell’automazione in opportunità per l’innovazione e la crescita. È un percorso che richiede collaborazione tra governi, aziende e lavoratori, ma i benefici a lungo termine sono inestimabili. Investire nelle persone è la chiave per un futuro prospero e sostenibile.


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25 Settembre 2024

In molte tappe di DIGITALmeet 2024 (Battipaglia, Siena, Trento, Torino, Roma, Padova, Vicenza) si parlerà delle Smart City, o città intelligenti, integrazione innovativa tra tecnologia, capitale umano e infrastrutture urbane, finalizzata a migliorare la qualità della vita dei cittadini, ottimizzare l’uso delle risorse e ridurre l’impatto ambientale. In molti studi emerge come la relazione tra tecnologia e capitale umano giochi un ruolo cruciale nello sviluppo e nel successo delle Smart City. Come? Mixando tecnologia e capitale umano. Ecco alcuni spunti di discussione in anteprima.

Tecnologia nelle Smart City

  1. Infrastrutture Connesse: Le Smart City si avvalgono di tecnologie IoT (Internet of Things) per collegare infrastrutture e dispositivi, consentendo una gestione efficiente delle risorse, come energia e acqua, e migliorando i servizi di trasporto e la qualità dell’ambiente urbano.
  2. Raccolta e Analisi dei Dati: La tecnologia permette la raccolta e l’analisi in tempo reale di grandi volumi di dati (big data) urbani. Questo supporta la pianificazione urbana basata su evidenze, la prevenzione dei crimini, il monitoraggio ambientale e la risposta rapida alle emergenze.
  3. Miglioramento della Mobilità Urbana: Soluzioni tecnologiche come i sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e le app di mobilità condivisa ottimizzano i flussi di traffico, riducono gli ingorghi e promuovono l’uso di mezzi di trasporto sostenibili.
  4. Efficienza Energetica: Tecnologie avanzate per l’edilizia e la gestione dell’energia aiutano a rendere gli edifici più efficienti e a integrare fonti di energia rinnovabile, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra.

Capitale Umano nelle Smart City

  1. Innovazione e Creatività: Il capitale umano è il motore dell’innovazione e della creatività necessarie per progettare e implementare soluzioni tecnologiche efficaci nelle Smart City. La formazione e l’istruzione continuativa sono cruciali per sviluppare le competenze richieste in questo contesto in evoluzione.
  2. Partecipazione Cittadina: Le Smart City beneficiano della partecipazione attiva dei cittadini, sia nella fase di progettazione che in quella di implementazione delle soluzioni tecnologiche. Il coinvolgimento del capitale umano assicura che le innovazioni siano allineate con le esigenze e le aspettative della comunità.
  3. Equità e Inclusione: Assicurare che i benefici delle Smart City siano accessibili a tutti richiede un impegno nel ridurre il divario digitale e nel promuovere competenze digitali tra i cittadini. Questo implica investimenti nell’educazione e nella formazione per garantire che nessuno sia lasciato indietro.
  4. Sviluppo di Nuovi Lavori: L’evoluzione verso città più intelligenti e sostenibili può generare nuove opportunità di lavoro, richiedendo competenze specializzate in tecnologia, analisi dei dati, sostenibilità e gestione urbana. Questo sottolinea l’importanza di un capitale umano ben formato e aggiornato.

Interazione tra Tecnologia e Capitale Umano

L’efficace interazione tra tecnologia e capitale umano nelle Smart City crea un circolo virtuoso: la tecnologia migliora l’efficienza e la qualità dei servizi urbani, mentre un capitale umano istruito e partecipativo guida l’innovazione e l’adozione responsabile delle tecnologie. Per ottimizzare questo rapporto, è fondamentale un approccio olistico che includa politiche di governance inclusiva, investimenti nell’educazione e nella formazione continua, e una pianificazione urbana che metta al centro le esigenze umane e ambientali.

 

Scopri gli eventi sulle Smart City: https://digitalmeet.it/programma-2024/ 


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6 Settembre 2024

Il 19 settembre arriva a Padova l’evento di anteprima di DIGITALmeet 2024 dal titolo Il confine tra Intelligenza Artificiale e capitale umano, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Padova.

L’evento si terrà a Palazzo della Salute alle ore 17.00 e vedrà come ospiti Marco Landi, presidente di Questit e già presidente di Apple World, Franco Cioffi, direttore dell’Uoc di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedale Università di Padova, Gino Gerosa, direttore del Centro di cardiochirugia “Vincenzo Gallucci” dell’Azienda ospedaliera di Padova e Alessandro Sperduti, docente al Dipartimento di matematica dell’Università di Padova.

Moderatore dell’incontro il direttore dei giornali Nem, Luca Ubaldeschi. Saluti introduttivi di Riccardo Schvarcz, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Padova, Antonio De Poli, senatore, Gianni Potti presidente di Fondazione Comunica e founder di DIGITALmeet e Gianni Dal Pozzo, presidente di Alumni Unipd.

L’evento ha l’obiettivo di fornire un contributo multidisciplinare per analizzare il ruolo dell’ingegneria all’interno di un ambito molto delicato come quello della bioingegneria, per comprendere ciò che è già stato fatto, per proiettarlo in una dimensione futura, per comprendere dove si può arrivare e se e come l’ingegneria può precorrere la scienza.

 

Le iscrizioni sono aperte al seguente link: https://shorturl.at/k2ItL


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7 Agosto 2024

Nel 2021 in Italia solo il 45,7% della popolazione tra i 16 e i 74 anni aveva competenze digitali almeno di base in tutti i domini. Inoltre, due giovani su cinque nella fascia 16-19 anni hanno scarse o nessuna competenza digitale, contro la media europea.
È la conferma che non basta sapere usare gli strumenti per vivere questa era digitale; bisogna anche capire con giudizio critico come questi strumenti comunicano e come funzionano, i pro e i rischi che generano. Fondamentale dunque il ruolo degli insegnanti e la loro formazione sull’uso dei nuovi strumenti e dei nuovi linguaggi. Serve formazione continua e adeguata che rimanga al passo con il mondo che ci circonda, che evolve, che muta in continuazione e in fretta.

La cultura nell’era digitale

Nel 2022 in Italia un minore su quattro, nella fascia tra i 6 e i 17 anni, ha letto almeno 12 libri in un anno, mentre circa uno su due non ha abitudine alla lettura nel tempo libero. E solo un minore su 5 nella fascia tra i 3 e i 17 anni è andato almeno una volta in biblioteca.
Per quanto riguarda lo sport invece, la percentuale di ragazzi che lo pratica in modo continuativo è ritornata quasi ai livelli pre-pandemia. Sugli aspetti culturali e lo sport incidono sempre molti fattori come le differenze territoriali e di background socio-economico.

Più consapevolezza e più responsabilità

Serve molta più coscienza e consapevolezza che la rete non è stata pensata e progettata per i minori e che esistono forti diseguaglianze nell’accesso al mondo e agli strumenti digitali. Per questo diventa necessaria la responsabilizzazione degli adulti, in particolar modo dei genitori. Servono azioni concrete per aiutare i giovane a non essere fagocitati da un’era digitalizzata senza controllo: un maggiore impegno di società e politica per la sicurezza in rete di bambine, bambini e adolescenti; la costruzione di programmi strutturati e organici di formazione agli insegnanti; accompagnare e aiutare nell’utilizzo del digitale in modo critico e consapevole

La dipendenza da connessione

È un disturbo da dipendenza legato all’utilizzo intensivo e ossessivo di internet in tutte le sue forme, dalla navigazione sui social network, alla visualizzazione di filmati, al gioco online. La dipendenza da internet racchiude diversi atteggiamenti e comportamenti problematici online, tra cui: dipendenza da videogiochi, shopping compulsivo, sovraccarico informativo e rapporto malsano con le relazioni virtuali.

Un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità afferma che il 13,5% dei ragazzi e delle ragazze di 11, 13 e 15 anni fa un uso problematico dei social media. Online e in particolare sui social si cerca rifugio, anche da sentimenti negativi che, a quell’età, non sono poi così rari. Social e gaming online comunque non sono solo negativi, ci mancherebbe altro, possono essere anche un ottimo strumento di socialità, integrazione in community online e apertura verso il mondo.

I ragazzi tra gli 11 e i 19 anni dichiarano di passare oltre 5 ore al giorno online. La pandemia ha di certo costituito un fattore di accelerazione non del tutto positivo sul fronte dell’accesso: pensate che nel biennio 2021-2022 è cresciuta la quota di bambini tra i 6 e i 10 anni che utilizzano il cellulare tutti i giorni (si attesta al 30,2% rispetto al 18,4% del periodo 2018-2019).


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5 Agosto 2024

Secondo l’ISTAT, gli over 65 sono il 22,6% della popolazione, ma sono decisamente cambiati rispetto ai loro coetanei di vent’anni fa.

La conferma emerge dalla ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif e punta ad analizzare, prendendo a campione 700 senior tra i 65-85 anni, lo stile di vita e le abitudini nel terzo millennio. Chi pensa che la tecnologia non faccia parte della loro vita dovrà ricredersi: amano la tecnologia e la utilizzano. La ricerca, infatti, è stata completamente condotta online tramite l’utilizzo di smartphone, tablet e pc, sfatando così questo luogo comune. La stessa ricerca fa emergere che non rinunciano nemmeno ad attività che li rendono felici come viaggiare, prendersi cura di sé, praticare attività ludiche, sportive e culturali.

Oltre quattro su dieci dichiarano di amare la tecnologia. Il 62% degli intervistati infatti dichiara di utilizzarla in modo autonomo e il 57,1% apprezza l’arrivo dei social network perchè li fa sentire meno isolati. Grazie agli odierni device più semplici e intuitivi gli over 65 sono disposti a mettersi in gioco e imparare.

Qualche paura però non è cambiata e non si è modernizzata. Ai primi posti troviamo la paura di cadere in casa, l’insorgere degli acciacchi, la salute, i furti e le aggressioni. Altro dato rilevante è che ancora il 36,7% afferma di vivere sempre più in solitudine. Ecco che i social possono dare una mano a sentirsi meno soli!

Il rapido invecchiamento della popolazione, conseguenza del drastico calo di natalità,

e il crescente utilizzo dei mezzi tecnologici digitali ed informatici sono una delle grandi sfide della società moderna che non è ancora del tutto messa a fuoco. Eppure bisognerà tenerne conto. Che piaccia o no è necessario creare un legame più stretto, più solido, più codificato tra l’utilizzo sempre più frequente del digitale e la popolazione della terza età.

È inevitabile del resto che il mondo sia sempre più digitalizzato, ma nello stesso tempo bisognerebbe mettere ordine, pur senza allarmismi, nella eccessiva riduzione degli sportelli soprattutto negli uffici pubblici. Le banche, per esempio, hanno ridotto la presenza degli operatori alle casse e hanno installato all’interno macchine capaci di eseguire, pagamenti, bonifici, versamenti. Gli addetti sono sempre disponibili a fornire assistenza diretta. Gran parte degli utenti utilizza poi facilmente il servizio di home banking ma il funzionamento degli sportelli è comunque garantito. Il problema per le persone anziane si pone invece per molti servizi di aziende pubbliche che non prevedono alternative all’utilizzo dell’online. E qui bisogna rimediare.


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26 Giugno 2024
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Come il capitale umano impatta sulle tecnologie?

Questo il “lifemotive” di Digitalmeet 2024 ! E non potevamo che iniziare facendo scrivere il primo intervento della dodicesima edizione, del più diffuso festival digitale italiano, se non da ChatGPT !

 ChatGPT:

Il capitale umano e le tecnologie sono strettamente interconnessi e si influenzano reciprocamente in vari modi. Ecco alcuni punti chiave su come il capitale umano impatta sulle tecnologie:

  1. Sviluppo e Innovazione Tecnologica: Il capitale umano qualificato, formato da individui con competenze avanzate e conoscenze specialistiche, è essenziale per la ricerca e lo sviluppo (R&D). Gli scienziati, gli ingegneri e gli esperti di tecnologia creano nuove tecnologie e migliorano quelle esistenti. Un elevato livello di capitale umano può accelerare l’innovazione e il progresso tecnologico.
  2. Adozione e Implementazione delle Tecnologie: Le persone con competenze tecniche e digitali possono adottare e implementare più facilmente nuove tecnologie all’interno delle organizzazioni. Un capitale umano competente facilita l’integrazione di tecnologie avanzate nei processi aziendali, migliorando l’efficienza e la produttività.
  3. Formazione e Aggiornamento: La formazione continua del capitale umano è cruciale per mantenere il passo con l’evoluzione tecnologica. I programmi di formazione e aggiornamento aiutano i lavoratori a acquisire nuove competenze e a rimanere competitivi nel mercato del lavoro, promuovendo un uso efficace delle tecnologie emergenti.
  4. Diffusione della Conoscenza: Il capitale umano qualificato contribuisce alla diffusione della conoscenza tecnologica. Attraverso l’istruzione, la formazione e il mentoring, gli esperti possono trasferire le loro competenze ad altri, ampliando la base di conoscenza tecnologica all’interno di una comunità o un’organizzazione.
  5. Creatività e Problem Solving: Le persone con un alto livello di capitale umano sono spesso più creative e abili nel problem solving. Queste capacità sono fondamentali per identificare nuove opportunità di utilizzo delle tecnologie, risolvere problemi complessi e adattare le tecnologie alle esigenze specifiche di diversi settori.
  6. Sviluppo di Politiche e Regolamentazioni: Gli esperti in campi tecnici e scientifici possono influenzare lo sviluppo di politiche e regolamentazioni che favoriscono l’innovazione tecnologica. Le decisioni politiche informate da una profonda comprensione delle tecnologie possono creare un ambiente favorevole per la crescita tecnologica.

In sintesi, il capitale umano gioca un ruolo cruciale nel progresso tecnologico. L’investimento nell’educazione e nella formazione del capitale umano è fondamentale per sostenere l’innovazione tecnologica e garantire che le società possano trarre pieno vantaggio dalle nuove tecnologie.

 


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15 Aprile 2024

L’intelligenza artificiale generativa si sta introducendo nel settore sanitario, con aziende come Google, Amazon e Microsoft che sviluppano strumenti per migliorare l’assistenza ai pazienti. Tuttavia, sia alcuni professionisti che pazienti non sono d’accordo sulla questione se l’IA generativa focalizzata sull’assistenza sanitaria sia pronta per il debutto.

Mentre c’è entusiasmo negli investimenti e nell’innovazione nell’uso dell’IAG nella sanità, c’è una divisione di opinioni tra professionisti e pazienti sulla sua prontezza. Mentre alcuni credono che possa migliorare l’accessibilità e ridurre i tempi di attesa – circa il 53% degli intervistatati da un recente sondaggio di Deloitte -, altri sono scettici riguardo alla sua capacità di fornire cure mediche affidabili a causa di limiti tecnici e di sicurezza.

Se è vero che l’intelligenza artificiale generativa si dimostra promettente in aree specifiche e ristrette della medicina – ci sono casi di successo di implementazioni di IAG nell’imaging medico e nella diagnosi di malattie specifiche -, esperti come Andrew Borkowski, capo dell’intelligenza artificiale presso il VA Sunshine Healthcare Network, sottolineano gli ostacoli tecnici e di conformità che devono essere superati prima che l’intelligenza artificiale generativa possa essere utile – e affidabile – come strumento sanitario di assistenza a tutto tondo. “Affidarsi esclusivamente all’intelligenza artificiale generativa per l’assistenza sanitaria potrebbe portare a diagnosi errate, trattamenti inappropriati o persino situazioni pericolose per la vita”, ha affermato Borkowski.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente pubblicato le linee guida per garantire una governance adeguata e la partecipazione di diverse parti interessate nello sviluppo e nell’implementazione dell’IAG nel settore sanitario.

Fonte: TechCrunch


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14 Marzo 2024

Il Parlamento europeo approva la prima legge al mondo sull’AI

L’Unione si conferma punto di riferimento sulla regolamentazione dell’economia digitale: «Giornata storica»

L’Unione si riconferma punto di riferimento per la regolazione dell’economia digitale, dopo l’introduzione del Regolamento generale per la protezione dei dati (Gdpr), il Digital Markets Act e il Digital Services Act.

Agli sviluppatori e agli operatori dell’AI vengono indicati requisiti e obblighi chiari per quanto riguarda gli usi specifici sulla base dei possibili rischi e del livello di impatto. Il regolamento fissa anche dei paletti, limitando l’uso dei sistemi di identificazione biometrica da parte delle forze dell’ordine e introduce norme di contrasto alle manipolazioni e allo sfruttamento delle fragilità degli utenti. Ad esempio le immagini e i contenuti audio o video artificiali o manipolati (i cosiddetti «deepfake») dovranno essere chiaramente etichettati come tali e sono previsti obblighi precisi per gli usi dell’IA nei processi democratici come nel caso di sistemi usati per influenzare le elezioni. Inoltre i consumatori avranno diritto a presentare reclami e a ricevere spiegazioni rilevanti.

Il regolamento dovrebbe essere adottato entro questa legislatura, approvato dal Consiglio. Entrerà in vigore venti giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE e sarà in vigore due anni dopo.

C’è una tabella di marcia molto sull’obbligatorietà. Si inizia con i divieti, cosa molto importante per noi perché si vuole chiarire che alcuni casi sono proibiti e non saranno consentiti in Europa. Il divieto scatterà entro la fine di quest’anno, il resto seguirà.

Sono vietate le applicazioni pericolose per i cittadini come i sistemi di categorizzazione biometrica che fanno riferimento a dati personali sensibili, come il credo religioso, l’orientamento politico o sessuale, e l’estrapolazione di immagini facciali da Internet o dai sistemi di telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale. Saranno vietati anche i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, le pratiche di polizia predittiva. Ma le forze dell’ordine potranno fare ricorso al riconoscimento biometrico da remoto in tempo reale per la ricerca di una persona scomparsa o per la prevenzione di un attacco terroristico.

136 miliardi Il valore stimato del mercato dell’Al nel 2022 in dollari

26% La crescita del Pil cinese entro il 2030 grazie all’Al: 7 mila miliardi di dollari

180 milioni Gli utenti mensili che in tutto il mondo utilizzano ChatGpt

86 di dollari, il valore di OpenAl, l’azienda che ha sviluppato ChatGPT