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25 Settembre 2019

Il festival di Fondazione Comunica e TAG Padova torna dal 22 al 27 ottobre

 Occhi puntati sul guru dell’AI e sul confronto tecnologico Italia-Cina 

Il programma completo verrà pubblicato a breve, ma intanto DIGITALmeet 2019 solleva il sipario sugli eventi principali di questa settima edizione. Il festival diffuso sul mondo dell’alfabetizzazione digitale più grande d’Italia, organizzato da Fondazione Comunica e Talent Garden (TAG) Padova, torna dal 22 al 27 ottobre con il consueto mix di “digistar” ed eventi bottom-up, spalmati nell’arco di sei giorni.

La nostra guida parte da Mestre, dove martedì 22 andranno in scena gli Stati Generali della comunicazione in emergenza – link

La tappa successiva ci porta all’Università di Genova per l’incontro Nuove frontiere del digitale nelle aree di crisi umanitaria, in programma mercoledì 23.

Giovedì 24 i riflettori di DIGITALmeet saranno puntati sul FICO Eataly World di Bologna, che ospiterà un evento sulla DIGITAL TRANSFORMATION – link

Tra le location dell’edizione 2019 c’è anche Grottammare (Ascoli Piceno), che venerdì 25 alle 14.30 ospiterà il dibattito Smart Cities: città, cittadini e tecnologie (link) con i docenti universitari Giuseppe Losco, Gian Marco Revel e Henry Muccini. Robotica e AI (link) è il titolo dell’incontro in programma alle 15 all’Università degli Studi di Padova, con i docenti universitari Alessandro Beghi ed Emanuele Menegatti, Università degli Studi di Padova. Alle 17.30, sempre a Padova, ecco la lectio magistralis DallAI al predittivo del professor Venkatramanan Siva Subrahmanian, con intervento del Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Patuelli – link

Due gli eventi salienti di sabato 26, entrambi a Padova: alle 10.30 Generadata: reti e dati nel futuro con temi come “Dalle Reti ai Dati. Algoritmi e Humint nell’analisi sulla sicurezza”, “Le nuove frontiere della cybersecurity: scenario normativo ed istituzionale”, “Sfide della UE nei confronti di nuove tecnologie e reti di connessione nel mondo globalizzato” e “La blockchain nelle infrastrutture critiche”; alle 10 Italy/China tech forum con esponenti del governo cinese, dell’Accademia di Scienze cinese e di Huawei – link

La carrellata finisce martedì 29 a Matera, dove andrà in scena un evento dedicato ai 50 anni di Arpanet (il precursore di Internet).

 


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16 Settembre 2019

Un anteprima davvero strepitosa!  Qualche sera fa a Padova, il Presidente di Fondazione Comunica ha incontrato uno degli ospiti internazionali di questa settima edizione di DIGITALmeet: il prof. V.S. Subrahmanian.

V.S. Subrahmanian è Professore presso il Dartmouth College di Cybersecurity, Technology and Society presso il Dartmouth College. Prima di entrare a far parte di Dartmouth, è stato professore ordinario presso il Dipartimento di Informatica dell’Università del Maryland . Ha ricoperto per oltre 6 anni, la carica di direttore del Institute for Advanced Computer Studies dell’Università del Maryland, dove ha co-fondato il Lab for Computational Cultural Dynamics e ha fondato il Center for Digital International Government. Il suo lavoro si colloca esattamente all’intersezione dell’analisi dei big data per una maggiore sicurezza, policy e esigenze aziendali.

Il Prof. Subrahmanian è stato relatore invitato alle Nazioni Unite, a Capitol Hill, alla Borsa di Mumbai e in numerosi altri prestigiosi forum.

Il Prof. Subrahmanian è uno dei leader mondiali nel ragionamento logico con incertezza, logiche probabilistiche, logiche probabilistiche temporali e gestione di enormi database eterogenei con informazioni incomplete e incoerenti e database multimediali. Negli ultimi anni ha sviluppato metodi scalabili per applicare modelli probabilistici a un’ampia varietà di scenari del mondo reale. Ha creato il campo delle dinamiche culturali computazionali con una serie di nuovi metodi per analizzare i comportamenti dei gruppi terroristici e li ha applicati per fare previsioni e suggerire politiche per modellare i comportamenti di gruppi come Hezbollah, Lashkar-e-Taiba e Mujahideen. Da allora questi metodi sono stati applicati a una varietà di problemi, tra cui la previsione della stabilità delle nazioni, la previsione di violente proteste, la previsione di crisi bancarie sistemiche nei paesi, la diffusione del malware nei paesi, la previsione degli esiti dell’assistenza sanitaria e della produzione. In combinazione con l’analisi dei social network, questi metodi sono stati utilizzati anche per identificare i cattivi attori sui social media, prevedere la diffusione nei social media e suggerire metodi per influenzare i social network. Il Prof. Subrahmanian ha guidato il team che ha vinto la Sfida di rilevamento dei bot di influenza su Twitter di DARPA nell’ambito del programma SMISC ed è stato membro del team che ha vinto la Harvard Med School / SUNY Albany NGRID Challenge finanziata dal NIMH per quantificare automaticamente l’intensità dei sintomi psicologici nelle note cliniche . Il prof. Subrahmanian è uno dei leader mondiali nella progettazione, analisi e applicazione dell’analisi dei big data ai problemi del mondo reale, in modo che le decisioni ottimali possano essere prese da governi e aziende. Per quanto riguarda la sicurezza informatica, il Prof. Subrahmanian ha sviluppato alcuni dei primi algoritmi di elaborazione sicura delle query, framework di autenticazione flessibili, rilevamento del comportamento inspiegabile e rilevamento scalabile di minacce note. Il suo rapporto sulla vulnerabilità informatica globale, pubblicato a gennaio 2016, caratterizza il rischio cibernetico di 44 paesi studiando i dati su oltre 44 host all’anno in 2 anni su 20 miliardi di report di telemetria e malware.

Vi aspettiamo numerosi il 25 ottobre a Padova per la sua lectio magistralis!


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6 Settembre 2019

Luca Giuman, 57 anni veneziano, è Presidente del Consiglio di Amministrazione di Datasoil, startup innovativa nel campo  dell’intelligenza artificiale e nella consulenza per l’avvio di progetti di open innovation. Interessato all’universo delle startup digitali, è stato nel board costituente di molte startup, dopo aver operato sino al 2015 nel management di aziende produttrici di prodotti e servizi.

Membro del Comitato Scientifico di DIGITALmeet sin dalla sua prima edizione, è stato Vice Presidente della sezione Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Padova sino a giugno di quest’anno e ora è membro del direttivo della sezione per Assindustria Veneto Centro.

Dal 2012 è membro esterno del Gruppo di Accreditamento e Valutazione (GAV) del Corso di Studi in Informatica dell’Università di Padova e dal 2014 uno dei Mentor/Founder del Coderdojo di Padova (laboratorio di programmazione gratuito per bambini e ragazzi dai 5 anni in su).

 

1) Dal punto di vista professionale, qual è stato l’impatto del digitale nella tua vita? Il digitale ti permette di fare cose che prima non potevi fare, o che prima non potevi fare con la stessa efficienza e la stessa velocità? Se sì, quali? 

Ricordo ancora i dischi per computer sopra l’armadio in camera di mio padre: 5 chili per 180.000 caratteri. Ricordo ancora le macchine per perforare le schede per “istruire un computer” al Centro di Calcolo dell’Università. Credo che questo significhi, oltre all’età, che il digitale mi ha influenzato ben prima della mia entrata nel mondo professionale. È un universo che ho cominciato a esplorare sin dai suoi esordi e ancora oggi, che indubbiamente mi ha permesso di abbreviare la dimensione spaziale, dandomi la possibilità di interagire con team geograficamente distribuiti senza dovermi spostare fisicamente, e la dimensione temporale, favorendo la libertà di scegliere quando lavorare oltre a concedermi la gestione di un numero di informazioni sempre più vasto. Non so cosa altro mi permetterà di fare in futuro.

 

2) Quest’anno DIGITALmeet ha scelto un logo verde per sottolineare il legame con la sostenibilità ambientale. In che modo il digitale può difendere l’ambiente? Quali progressi ci sono sotto questo aspetto? 

Grazie a un ripensamento di prodotti, modelli di business e filiere logistiche la cosiddetta Economia Circolare consente di raggiungere una serie di vantaggi come l’aumento dell’efficienza energetica, con l’estensione della vita utile di prodotti, componenti e materiali e con il recupero di un valore a fine ciclo: diversamente dal modello tradizionale, qui il concetto di “fine vita” semplicemente non esiste. L’Economia Circolare è in grado di creare valore mediante tre diverse modalità: aumento del tasso di utilizzo dei prodotti e la loro efficienza in generale, grazie all’erogazione di servizi avanzati in grado di spostare il focus dal consumo all’utilizzo; estendendo la vita utile di prodotti, componenti e materiali, attraverso l’erogazione di servizi di assistenza, riparazione e manutenzione; recuperandone a fine ciclo il valore residuo, grazie al ricondizionamento (recupero prodotti), al disassemblaggio e riassemblaggio (recupero componenti) e al riciclaggio (recupero materiali).

 

3) Il digitale è sempre più presente nella nostra vita quotidiana. Quanto è diffusa questa consapevolezza? E quanto può incidere sulle nostre azioni?

In una giornata piovosa, i due monaci zen Tanzan ed Ekido stavano camminando lungo una strada molto fangosa. Passando vicino ad un villaggio incontrarono una giovane donna che cercava di attraversare la strada, ma c’era così tanto fango che avrebbe rovinato il suo bellissimo kimono di seta. Tanzan senza pensarci due volte la prese in braccio e la portò dall’altra parte. I monaci proseguirono in silenzio. Cinque ore dopo, nelle vicinanze del tempio che li avrebbe ospitati, Ekido non fu più capace di trattenersi. “Perché hai portato quella ragazza al di là della strada”. Tanzan gli rispose “Io ho deposto la ragazza a terra ore fa, tu la stai ancora portando.” In un modo simile al monaco della storia che ti ho appena raccontato molte persone non sono consapevoli di cosa accade nella loro vita quotidiana usando il digitale, delle azioni che fanno e di come esse condizionino in modo più o meno positivo le proprie scelte, decisioni e comportamenti quotidiani.

 

 


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2 Settembre 2019

Antonella Candiotto, imprenditrice di seconda generazione, assume il ruolo di Direttore Generale dell’azienda di famiglia, Galdi, nel 2010 all’età di 38 anni. Nel 2013, viene eletta presidente del Gruppo Metalmeccanico di Unindustria Treviso, oggi Assindustria VenetoCentro e dal 2014 riveste la carica di vicepresidente con delega alle Relazioni Industriali dell’Associazione.

Dopo un Master in Marketing e Comunicazione presso Unisef e la partecipazione ad un programma di sviluppo imprenditoriale organizzato da SDA Bocconi, continua ad ampliare il suo percorso formativo in ambito strategico e gestionale, introducendo in azienda le logiche della Lean Manufacturing e una cultura orientata alla crescita non solo dei numeri ma anche delle persone.

Il passato sportivo, come insegnante di educazione fisica, la stimola a lavorare in team e a coinvolgere i collaboratori allenandoli a superare sistematicamente i propri limiti, alzando ogni giorno l’asticella delle proprie competenze e performance.

1) Dal punto di vista professionale, qual è stato l’impatto del digitale nella tua vita? Il digitale ti permette di fare cose che prima non potevi fare, o che prima non potevi fare con la stessa efficienza e la stessa velocità? Se sì, quali? 

Sono alla continua ricerca di problemi da risolvere e miglioramenti da applicare, ai processi come  alla vita quotidiana delle persone, la tecnologia ed il digitale mi aiutano in questo. Li reputo strumenti utili che permettono di fare salti enormi di qualità, in tempi brevissimi, talvolta cambiando radicalmente le prassi in uso.

Un esempio su tutti è il Fax, che ora sembra preistoria, ma quando ho iniziato a lavorare l’ e-mail era ancora poco utilizzata e la rete instabile, ma soprattutto lenta, per connettersi con il modem ci si impiegava un’eternità. Le cose importanti, come i contratti o gli ordini arrivavano esclusivamente via fax. Si leggevano male, e poi erano poco personali (ce n’era uno per tutta l’azienda). Se eri fuori ufficio per lavoro o te li leggeva qualcuno al telefono oppure dovevi farteli mandare in hotel.

E’ stata comunque una rivoluzione per l’epoca, il primo passo verso il “real-time” della comunicazione.

Oggi comunicare è molto più veloce e diretto, basti pensare a whatsapp e ai social, sei sempre connesso dentro e fuori dall’ufficio, il luogo in ti trovi non è più un limite. Inoltre la comunicazione è molto più personale e democratica, ci metti la faccia e quando non dai un servizio, o ti comporti scorrettamente, ti criticano pubblicamente. Le informazioni e la reputazione di una persona o di un brand sono accessibili a tutti.

La trasparenza accelera e migliora il livello di servizio, è un incentivo a lavorare meglio.

2) Quest’anno DIGITALmeet ha scelto un logo verde per sottolineare il legame con la sostenibilità ambientale. In che modo il digitale può difendere l’ambiente? Quali progressi ci sono sotto questo aspetto? 

Il digitale e la tecnologia possono fare molto se abbinati a buon senso e rispetto per chi verrà dopo. Ognuno di noi è responsabile di ciò che lascia in eredità agli altri, quindi sono l’educazione e la cultura del rispetto a fare la differenza. Possiamo creare sistemi di controllo sofisticati a prova di stupido, ma vorrebbe dire aver rinunciato ad educare, non credere nel genere umano.

L’ambizione di migliorare il luogo in cui viviamo sembra essere la priorità della nuova generazione,  che è cresciuta con una sensibilità e cultura sul tema superiore alla nostra. Ma è ora di dare il buon esempio. Ridurre gli sprechi di cibo, le immissioni inutili di CO2, il consumo di acqua, i viaggi inutili, i rifiuti, sono azioni che dobbiamo fare ora, senza delegare ad altri.

Essere persone, cittadini, imprenditori responsabili ma evoluti, capaci di sfruttare il digitale e le nuove tecnologie per raggiungere obiettivi che migliorano la qualità della vita delle persone nel lungo periodo.

Come? sfruttando l’accesso alle informazioni ad esempio, imparando dagli altri e diffondendo le buone pratiche per creare cultura e stimolare le persone a sperimentare nuove abitudini più sostenibili. E’ fondamentale diffondere un senso di urgenza che attivi una competizione virtuosa che motiva le persone a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi di riduzione di impatto ambientale, sfruttando le nuove tecnologie e migliorando l’attuale qualità della vita.

Inoltre la tecnologia aiuta a governare meglio i processi industriali e le macchine nell’ottica di migliorarne la gestione ed aumentarne l’efficienza. Esistono sistemi di monitoraggio che aiutano ad individuare gli sprechi analizzando il comportamento e le performance degli stessi, migliorandone l’esperienza d’uso e creando una maggiore consapevolezza di impatto ambientale. E dalla consapevolezza nascono le azioni che orientano i comportamenti virtuosi e responsabili.

3) Il digitale è sempre più presente nella nostra vita quotidiana. Quanto è diffusa questa consapevolezza? E quanto può incidere sulle nostre azioni?  

L’anno scorso mio figlio ha iniziato la scuola media, la nuova scuola ha il registro elettronico, un’applicazione in cui i professori condividono contenuti e video commentati da loro e tutte le comunicazioni ci vengono inviate via mail. Hanno una lavagna elettronica che permette al docente di interagire in maniera incisiva, sottolineando mentre spiega e condividendo presentazione, immagini e contenuti extra.

Provenendo da una scuola elementare classica e poco digitale, abbiamo notato una bella differenza e ne siamo stati piacevolmente sorpresi.

Quest’anno farà un corso di robotica per ragazzi dove gli insegneranno a programmare con un metodo semplice che funziona a simboli.  Lui ne è entusiasta e pure noi genitori lo siamo. Siamo felici che lui apprenda cose nuove che lo stimolano a crescere…e indirettamente impariamo pure noi!

Non si tratta di prassi costose e tecnologie inaccessibili, tutte le scuole dovrebbero avere più fondi da investire in strumenti, competenze e nuove metodologie che sostengono l’educazione digitale dei ragazzi e di conseguenza anche delle famiglie.