Rapporto DESI 2021: l’Italia si colloca al 20° posto

16 Novembre 2021
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È stato da poco pubblicato il rapporto DESI 2021, l’Indice dell’Economia e della Società Digitali che coinvolge i paesi dell’Unione Europea e grazie al quale la Commissione europea monitora i progressi digitali degli stati membri. Per l’edizione 2021, il DESI colloca l’Italia al 20° posto fra i 27 Stati.

L’Indice dell’ultimo anno ha visto l’adeguamento di alcuni parametri, affinché potesse al meglio riflettere le due principali iniziative politiche destinate ad avere un impatto sulla trasformazione digitale nell’UE nei prossimi anni: il Recovery and Resilience Facility (RRF) e il Digital Decade Compas, la Bussola per il decennio digitale. Gli indicatori sono stati distribuiti tra 4 dimensioni che sono i settori base della bussola per il digitale e che comprendono capitale umano, connettività, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.

La riformulazione della struttura del DESI ha evidenziato come il caso italiano sia esemplificativo dei progressi ancora necessari in ambito digitale. Nel corso del 2020 l’Italia ha compiuto alcuni importanti passi avanti in termini sia di copertura che di diffusione delle reti di connettività, tuttavia, malgrado gli sforzi, il nostro paese risulta ancora significativamente in ritardo rispetto ad altri stati UE.

Nonostante la media di competenze digitali di base tra gli stati europei risulti molto bassa, la percentuale italiana è aggravata dalla lenta alfabetizzazione del capitale umano, i livelli di competenze di base e avanzate sono molto bassi.

La percentuale di utenti che utilizzano il cosiddetto e-government, servizi di amministrazione online, è aumentata al 36 % nel 2020, ma è ancora nettamente al di sotto della media degli altri Stati membri, così come l’adozione di fascicoli sanitari elettronici da parte dei cittadini e degli operatori sanitari, che rimane disomogeneo su base regionale. Una nota positiva si registra, invece, tra i risultati inerenti alle disposizioni digitali per le imprese italiane: la maggior parte delle PMI ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale e la fatturazione elettronica ha ottenuto ottimi livelli di utilizzo, sebbene rimangano forti lacune nell’impiego di tecnologie quali Big Data, Intelligenza Artificiale e nella diffusione del Commercio Elettronico.

Lo Stato italiano nel corso del 2020 ha approvato, e ora sta iniziando ad attuare, la sua prima Strategia Nazionale per le Competenze Digitali, a cui ha affiancato un Piano Operativo che elenca oltre 100 azioni specifiche e fissa obiettivi ambiziosi per il 2025.

Si prevedono nuove riforme del PNRR che daranno un ulteriore spinta alla digitalizzazione dei servizi e alla modernizzazione della pubblica amministrazione. L’ambiziosa tabella di marcia viene percepita da investitori ed economisti come una “occasione unica e irripetibile”, che può aiutare notevolmente ad abbassare il debito pubblicooffrire nuovo lavoro snellire la burocrazia italiana attirando a se riforme e investimenti relativi a tutti gli aspetti del DESI.

Il governo, inoltre, ha esteso le agevolazioni fiscali nell’ambito del piano Transizione 4.0 e ha preselezionato i poli che saranno inseriti nella rete di innovazione digitale UE.

Tutti questi aspetti sono volti ad accelerare i progressi di digitalizzazione del nostro paese, una sfida che prevede grosso impiego di forze per colmare il divario tra Italia ed Europa, affinché capitale umano, innovazione e competitività delle nostre imprese giochino un ruolo attivo e competitivo in ambito europeo.