con8-1200x661.jpg

25 Settembre 2015

DIGITALmeet 2015: Scopri, Usa, Crea, Sogna. Il più grande e diffuso evento a Nordest sull’alfabetizzazione digitale torna dal 22 al 25 ottobre.

Il robottino NAO, eccellenza europa nel campo della robotica, è stato il testimonial d’eccezione dell’affollatissima conferenza stampa di DIGITALmeet 2015.

Del resto i numeri di questa terza edizione parlano chiaro: 150 speaker, 70 eventi, 3 regioni coinvolte per 4 giorni dedicati all’alfabetizzazione digitale del nostro territorio.

Come ha sottolineato ieri Giuseppe Zaccaria, Magnifico Rettore dell’Università di Padova, non è un caso se DIGITALmeet 2015 parte proprio dall’Università di Padova: “Ci fa molto piacere patrocinare un evento così importante perché c’è bisogno di alfabetizzazione digitale. L’Università di Padova del resto è all’avanguardia in questo campo, dato che stiamo sperimentando un sistema innovativo con il MIUR. E poi la soddisfazione di vedere come negli anni il DIGITALmeet sia cresciuto fino a raggiungere questo livello”.

Grande entusiasmo per Marinella Dalla Colletta, co-founder di Talent Garden Pordenone, protagonista dell’espansione in Friuli Venezia Giulia del DIGITALmeet 2015: “DIGITALmeet è un’occasione straordinaria per far lavorare insieme Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, è la dimostrazione concreta di come sia possibile fare rete nel territorio e, soprattutto, di quanto sia importante fare rete”.

Anche Giordano Riello, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Veneto, ha sottolineato l’importanza di un evento come DIGITALmeet: “Mi piace l’idea di alfabetizzare le aziende: anche il manifatturiero deve parlare la stessa lingua del resto del mondo. E ci tengo a sottolineare come il digitale non solo sia indispensabile per il futuro, ma è anche un elemento importante da un punto di vista occupazionale. Per noi in azienda la ristrutturazione digitale, chiamiamola così, non ha comportato nessun licenziamento, anzi!”.

“Le parole simbolo del DIGITALmeet 2015 sono Scopri, Usa, Crea Sogna – ha concluso Gianni Potti, Presidente Fondazione Comunica -, perché questi sono i 4 step che possono accompagnare imprese e cittadini verso il digitale. Per prima cosa la meraviglia e lo stupore di scoprire quello che la tecnologia può fare per noi; dobbiamo imparare quindi ad usare i nuovi strumenti per soddisfare i nostri bisogni, per poi creare il nostro futuro in maniera concreta. Infine, il passaggio più importante, quello del sogno, il momento in cui ci rendiamo conto che non abbiamo limiti e che grazie al digitale oggi è più facile trasformare il futuro in presente. Ecco perché abbiamo puntato sulla Manifattura Digitale, quella che per noi è l’unica vera occasione per la crescita per il nostro territorio”.

 


10934065_1605501793012134_5196220557639002883_n.jpg

24 Settembre 2015

Dal 22 al 25 ottobre torna il DIGITALmeet, il più grande e più diffuso evento italiano sull’alfabetizzazione digitale verso cittadini e imprese. 150 speaker, 70 eventi, 45 location diverse, tre regioni coinvolte.

La terza edizione del DIGITALmeet punta a battere ogni record: 150 speaker, 70 eventi, 45 location diverse in tre regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino).

Un unico grande racconto diffuso nel nostro territorio per immergersi nelle mille sfumature del digitale, dalla banda larga alla Fabbrica 4.0, dal mondo delle Start Up alle nuove frontiere dell’innovazione.

Spesso il tema del digitale viene raccontato e vissuto come qualcosa di lontano dalla vita quotidiana, come se si trattasse di un mondo riservato ai guru della rivoluzione tecnologica o ai grandi influencer della rete: l’obiettivo del DIGITALmeet 2015 è quello di rovesciare questo stereotipo, puntando l’attenzione sempre alla realtà concreta di cittadini e imprese, i veri protagonisti della rivoluzione digitale che stiamo vivendo.

“Le parole simbolo del DIGITALmeet 2015 sono Scopri, Usa, Crea Sogna – dice Gianni Potti, Presidente Fondazione Comunica -, perché questi sono i 4 step che possono accompagnare imprese e cittadini verso il digitale. Per prima cosa la meraviglia e lo stupore di scoprire quello che la tecnologia può fare per noi; dobbiamo imparare quindi ad usare i nuovi strumenti per soddisfare i nostri bisogni, per poi creare il nostro futuro in maniera concreta. Infine, il passaggio più importante, quello del sogno, il momento in cui ci rendiamo conto che non abbiamo limiti e che grazie al digitale oggi è più facile trasformare il futuro in presente. Ecco perché abbiamo puntato sulla Manifattura Digitale, quella che per noi è l’unica vera occasione per la crescita per il nostro territorio”.

Manifattura Digitale, occasione per la crescita

Manifattura digitale, occasione per la crescita è infatti il tema centrale di DIGITALmeet: nel nostro territorio c’è la forte esigenza di vedere in maniera concreta come come la quarta rivoluzione industriale ora in atto abbia già cambiato profondamente le dinamiche produttive e di mercato delle nostre imprese, ma anche la vita dei cittadini.

DIGITALmeet si conferma dunque quest’anno come il più grande e diffuso evento italiano sull’alfabetizzazione digitale verso cittadini e imprese, un impegno enorme per Fondazione Comunica e Talent Garden Padova che, in collaborazione con Talent Garden Pordenone, promuovono e organizzano DIGITALmeet.

Tantissimi i partner coinvolti in questa edizione 2015, tutti uniti dalla voglia di affermare una diversa cultura del web, della comunicazione e del digitale nei nostri territori.

Proprio per questo motivo DIGITALmeet 2015 è caratterizzato da una diffusione capillare in tutto il territorio: a Venezia, Verona, Padova, Vicenza, Treviso, Belluno, Rovigo, Trento, Udine, Pordenone e Trieste, ma anche a Merano, Agordo, Montebelluna, Torreglia, Cittadella, Castelfranco Veneto, Marostica, Vigonza, Schio, Portogruaro, Massanzago, Campolongo e Vo’ Euganeo saranno gli epicentri dei 70 eventi che mostreranno ai cittadini e alle imprese come dare del tu al mondo del digitale sia molto più semplice di quanto si possa credere.

Una diffusione territoriale che tocca a tappeto tutte le realtà del Triveneto e non si ferma soltanto ai “soliti” capoluoghi di provincia,.


curtain-opening.jpg

11 Settembre 2015

E’ arrivato finalmente il momento di iniziare a svelare il programma di DIGITALmeet, giunto ormai alla terza edizione, che tra il 22 e il 25 ottobre porterà il web e il digitale al centro della vita del Nordest: saranno 150 gli speaker che racconteranno in 70 eventi gratuiti come internet e le tecnologie digitali non sia risorse destinate a pochi, ma nuove opportunità per tutti.

Manifattura digitale, occasione per la crescita

Il tema cardine di questa edizione è la manifattura digitale come grande occasione per la crescita, non solo di questo comparto, ma di tutto il sistema Paese. Saranno quindi molti gli appuntamenti dedicati ad un approfondimento dei diversi ambiti in cui il digitale può rivoluzionare il settore manifatturiero, cominciano a scoprirne alcuni.

Giovedì 22 ottobre è una giornata densa di incontri: alla mattina l’Università Ca’ Foscari ci ospiterà presso il Campus Tecnologico di Mestre (VE) per parlare di Digital Single Market, il mercato digitale unico a livello europeo che rappresenterà una grande opportunità per imprese e cittadini. Tra gli ospiti saranno presenti Antonio Samaritani, il nuovo direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID), e il magnifico Rettore di Ca’ Foscari, il professore Michele Bugliesi. Nel pomeriggio, due appuntamenti da non perdere: A Verona ci si interrogherà, cercando le giuste risposte, su quale è il futuro della banda larga nel nostro Paese, e sul perchè questa sia una partita cruciale per il futuro delle imprese; a Vigonza (PD), invece, il Politecnico Calzaturiero sarà il centro di un dibattito dedicato a studenti ed imprese su come il digitale stia rivoluzionando il settore calzaturiero, uno dei fiori all’occhiello del nostro tessuto industriale.

Venerdì 23 spazio a due eventi su temi tanto attuali quanto distanti tra loro: al Museo della Grappa di Poli Distillerie a Schiavon (VI) parleremo di come le tecnologie digitali e i musei d’impresa possano aiutare un’azienda a riscoprire, valorizzare e raccontare la propria storia, un patrimonio culturale che ha spesso radici profonde nel territorio in cui l’impresa opera. A Padova, invece, spazio all’innovazione e al futuro (e presente) della manifattura e del commercio: Imprese e consumatori, ora in un’unica rete chiamata Internet delle Cose, in cui si alterneranno momenti di approfondimento e presentazione di case history locali.

Sabato 24 allargheremo invece gli orizzonti: come può il digitale trainare le imprese verso l’internazionalizzazione? Tra gli speaker presenti avremo Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di Smau e Davide Dattoli, Amministratore e Co-Founder di Talent Garden.

Gli eventi dei Partner: DIGITALmeet fa rete!

L’Associazione Joomla Veneto è stata tra i primi partner a raccogliere l’invito di DIGITALmeet, rispondendo con un programma di workshop dedicati al web marketing, all’Open Source e all’uso consapevole degli strumenti digitali che copriranno tutte le province del  Veneto. Sono già confermati gli appuntamenti di Zelarino (VE), Padova, Belluno e Ceregnano (RO).

Saranno addirittura quattro gli appuntamenti organizzati da Verona FabLab, dall’Aperitivo Maker di giovedì 22 ottobre all’Open Day con workshop su Arduino di sabato 22, passando per l’Open Day dedicato alle scuole e il dibattito sull’ evoluzione della fotografia digitale di venerdì 23.

Ma non finisce qui, il programma di DIGITALmeet si arricchisce di appuntamenti per tutti i gusti: dal seminario dedicato alle donne e alle opportunità che il digitale può dare loro, alla giornata che Officine Digitali ZIP dedica alla realtà aumentata e virtuale, passando per il workshop organizzato dal Gruppo 100100 di Confindustria Vicenza dedicato a fabber e insegnanti su come sviluppare competenze nella didattica in ambito di pensiero logico-computazionale. Approfondiremo anche come il digitale ha cambiato l’editoria, con ospiti i fondatori di “Il Milanese Imbruttito e Paolo Zardi, autore di “XXI secolo” (Neo Edizioni) e candidato al Premio Strega 2015, e una tema caldo per i web developer come Flux e la sua implementazione Redux.

Nelle prossime settimane continueremo ad aggiornare il calendario con sempre più appuntamenti, diffusi in tutto il Nordest e cercando di soddisfare più interessi possibili. Il programma di DIGITALmeet è ancora tutto da scoprire, restate connessi!

 


internet-delle-cose-1046x606.jpg

8 Settembre 2015

La rivoluzione dell’Internet of Things

di Luca Giuman

L’Internet of things sarà la chiave di volta per la prossima rivoluzione nella produzione di beni e servizi. Esempi di una società in continua evoluzione in cui possiamo già intravedere, ad esempio, confezioni di medicinali che sono in grado di riferire a un medico quando il paziente ha effettivamente preso le sue pillole o bottiglie di vino che ci avvertono quando hanno raggiunto la temperatura ottimale per essere consumate.

Come ogni tecnologia emergente, anche l’IoT pone le sue sfide, in particolare in merito alla possibilità di raggiungere degli standard unificanti per tutti i produttori. Ad ora infatti, il mercato è fortemente frammentato al punto di non permettere l’interazione tra “things” di produttori diversi, obbligando spesso l’adozione dell’intera filiera IoT di uno specifico produttore invece di poter usufruire dell’integrazione di componenti con caratteristiche fortemente eterogenee. Tuttavia lo sforzo della comunità open source è forte in questa direzione e mira alla definizione di protocolli standard di comunicazione che possano decretare una vera e propria rivoluzione del mondo connesso.

Manifattura

IoF1

Il mondo industriale si presta particolarmente all’integrazione con l’IoT visto il suo forte legame con le metriche e la sensoristica in generale. Le reti di sensori a basso consumo sono infatti uno dei primi storici impieghi dell’Internet of Things, reti in grado di coprire grandi distanze e di fornire in tempo reale e tempestivo misurazioni ed allarmi. La fabbrica del futuro sarà pervasa da piccoli sensori che monitoreranno lo stato e le performance degli impianti industriali riversando e centralizzando grandi moli di dati su semplici tablet che li visualizzeranno con indicatori di rapida interpretazione.

Inoltre il monitoraggio della sicurezza e qualità degli ambienti di lavoro sarà delegata a “things” in grado di interagire tra loro autonomamente, per esempio ventilando tempestivamente ambienti nocivi o agendo direttamente sui macchinari in funzione.

La vendita al dettaglio

Iof2 L’esperienza di vendita al dettaglio che si avrà in futuro potrebbe comportare per i venditori un vero cambiamento: la stampa di etichette intelligenti dei loro prodotti rappresenterebbe una piccola rivoluzione. Gli acquisti dell’utente, effettuati attraverso queste etichette che sono state semplicemente stampate, saranno poi passati attraverso uno scanner all’uscita del negozio dove avverrà la consegna. E questo diventerà possibile per oggetti diversissimi: dall’elettronica alle tazze di caffè. Inoltre, tutto quello che verrà “introdotto” nel proprio carrello sarà automaticamente riconosciuto e il costo detratto da una carta di credito registrata.

Attraverso l’impiego di piccoli emettitori a basso consumo e smartphone, la posizione del cliente potrà essere rilevata nelle varie aree di un punto vendita, permettendo di raggiungerlo con informazioni specifiche riguardanti i prodotti presenti nel reparto in cui si trova e proponendogli offerte e proposte mirate che possano soddisfare i suoi interessi.

Con il proprio smartphone, il cliente potrà anche interagire con elementi multimediali (vetrine, espositori, ecc) scoprendo di più sulll’origine e storia dei prodotti e loro caratteristiche, venendo coinvolto in esperienze interattive che stuzzichino il suo interesse.

Moda e Fashion

IoF3

Il fashion è stato tra i primi ad adottare come sue le nuove tecnologie intelligenti sviluppate dall’IoT. Sono moltissime, oggi, le app che permettono di mostrare foto di vestiti o accessori che possano informare l’utente e guidarlo all’interno del negozio per trovare il capo d’abbigliamento a cui è interessato.

Anche il coinvolgimento dei clienti si gioverà dell’introduzione nei negozi di applicazioni connesse, trasformando l’acquisto e la scelta del capo in una vera e propria esperienza. I camerini interattivi per esempio, permetteranno al cliente di provare il capo ritrovandosi in uno scenario proiettato che lo contestualizzi. Con un semplice gesto ognuno potrà ricevere consigli su capi da abbinare e su quello che hanno scelto altre persone, interagendo con il proprio personal shopper virtuale. Le aziende avranno modo di acquisire dati qualitativi sulle scelte dei propri clienti e di soddisfare sempre di più il singolo utente massimizzando il valore della sua personalità e dei sui gusti.

Sensori nei documenti e servizi alle professioni

Aziende come la PragmatIC Printing, che sta sviluppando dei chip che contribuiranno concretamente allo sviluppo dell’IoT, hanno inserito nell’intestazione dei loro documenti legali alcuni piccolissimi sensori, visibili con gli smartphone, attraverso i quali verificarne e confermarne l’autenticità. Un’altra possibilità che si sta diffondendo è quella di usare sensori simili per quelle marche da bollo che devono essere pagate per prodotti come l’alcol o le sigarette.

Medicina e salute

IoF4Ad oggi, non crea scalpore, il fatto che molte persone utilizzano alcune particolari tecnologie, installate all’interno della loro casa che possono misurare la pressione sanguigna, il loro peso o il livello di ossigeno presente nei loro soggiorni. Il tutto azionando con un dito dei semplici sensori. Tutti i dettagli relativi a questi dati vengono poi inviati in un centro di monitoraggio che può essere visualizzato attraverso il televisore o altri visori. Allo stesso modo molti dottori possono analizzare lo stato di salute dei loro pazienti lungodegenti con dei sistemi di monitoraggio che funzionano in remoto, senza così perdere di vista il percorso di cura stabilito per ciascuno di essi.

Nell’ambito health alcune startup stanno lavorando su contenitori intelligenti di medicinali, in grado di ricordare al paziente tramite notifiche, le scadenze per l’assunzione del farmaco. Questi dispositivi saranno connessi in cloud ai servizi sanitari, che saranno in grado di cambiare le prescrizioni e allo stesso tempo di essere notificati nel caso in cui si verifichino dinamiche anomale nell’assunzione del farmaco.

Sono inoltre al vaglio, sistemi IoT per la disposizione delle prescrizioni in funzione dei valori monitorati da remoto dal medico, per sostituire i metodi tuttora impiegati che restano al momento arcaici.

Per quanto riguarda la salvaguardia di uno stile di vita sano, si possono ricordare  i fitness tracker, sempre più indipendenti dagli smartphone, che allertano l’individuo laddove la sedentarietà raggiunga livelli eccessivi, e i dispositivi legati al food che permettono di controllare per esempio il livello di liquidi assunti quotidianamente ed i relativi valori calorici.

 


fabbrica4-1046x600.png

2 Settembre 2015

di Gianni Potti –  Presidente CNCT (Comitato Nazionale Coordinamento Territoriale) Confindustria Servizi Innovativi e tecnologici e Presidente di Fondazione Comunica

LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Oggi è in corso la quarta rivoluzione industriale: dall’inizio del 21° secolo, stiamo vivendo una trasformazione digitale – cambiamenti associati con l’innovazione nel campo della tecnologia digitale in tutti gli aspetti della società e dell’economia.

In Occidente già abbiamo vissuto tre rivoluzioni industriali: energia idroelettrica con il crescente uso della forza vapore e lo sviluppo di macchine strumenti; Elettricità e Produzione di massa (assemblaggio in linea); più di recente si è ulteriormente accelerato di automazione utilizzando l’elettronica e informatica; la quarta, digitale, che è già partita in tutto Il mondo ed ora riguarda anche noi.

THE NEW NORMAL (INTERNET OF THINGS)

Tuttavia, mentre alcune aree vedranno veloci e dirompenti modifiche, altre cambieranno lentamente e costantemente. Un altro passo “evolutivo”.

In entrambi i casi, quel che è certo, è che non si torna indietro! Si va verso il cosiddetto the new normal, ovvero questo è già il nuovo mondo. I nostalgici del passato sono serviti.

In questa nuova evoluzione, gli oggetti fisici sono perfettamente integrati nella rete delle informazioni. Internet si combinerà sempre più con le macchine intelligenti, processi produttivi e processi per formare una sofisticata rete. Il mondo reale si sta trasformando in un enorme sistema di informazioni.

FABBRICA 4.0

E’ da queste considerazioni che nasce “Fabbrica 4.0″, per fornire le risposte principali per affrontare la quarta rivoluzione industriale. Che sarà differenziata in tanti piccoli concetti, come l’”Internet delle cose”, il “movimento maker” o “fabbrica 4.0”, o chissà cos’altro, ma questo poco importa.

Il minimo comune denominatore è che Fabbrica 4.0 tende ad enfatizzare l’idea di una consistente digitalizzazione collegata con tutte le unità produttive dell’economia.

I titoli, giusto per dare un idea di quanto sta accadendo, sono: sistemi e mercato cyber-fisico (nella produzione non basterà più solo parlare di IT, ma di sistemi complessi che interagiscono continuamente con la produzione e con il mercato grazie ad un massiccio utilizzo della rete, sempre più connessi ai sotto sistemi, con controlli in tempo reale), smart robot e nuove macchine (dal 2004 i robot nelle aziende europee sono raddoppiati. Ungheria e Cekia sono capofila. Sistemi sempre più intelligenti, interagiscono tra loro. Non solo in sostituzione dell’elemento umano, ma con nuove funzioni e opportunità), big data (raddoppiano nel Mondo anno su anno. Sui dati aperti, siamo buon ultimi in UE. Dalla lettura e analisi dei dati nasce un nuovo approccio al mercato e una nuova impostazione delle aziende. Il cloud computing aprirà strade inaspettate per stoccaggio, lettura, condivisione dei dati. Dalla capacità di lettura rapida dei dati verrà modificata on line la produzione), efficienza energetica e decentramento (il cambio climatico e la scarsità di risorse sono megatrend con cui dovremo sempre più fare i conti), industrializzazione virtuale (ogni processo viene prima simulato e verificato in virtuale; solo quando la soluzione finale è pronta potrà partire la mappatura fisica – che significa che tutto il software, i parametri, le matrici numeriche, vengono caricate nelle macchine che controllano la produzione. Piante virtuali possono essere progettate e facilmente visualizzate in 3D, così come lavoratori e macchine interagiscono.

PROCESSI INTEGRATI E SHARING ECONOMY

Ma tutto questo a cosa porta? Porta ad integrare come non mai i processi.

Nell’era dei social media, infatti, una delle parole chiave delle nostre interazioni è sharing, ovvero condivisione, lavorativa, di processo, di notizie e informazioni. In realtà il fenomeno è più vasto di quanto si possa pensare e ridefinisce il nostro sistema di valori e il nostro stile di vita.

Secondo le stime più recenti il valore a livello mondiale della sharing economy è di 26 miliardi di dollari.

Nel Regno Unito i ricavi e i risparmi associati all’economia collaborativa si aggirano attorno ai 4,6 miliardi di sterline a fronte di 33 milioni di inglesi che condividono già attivamente beni eservizi. In Italia 6 italiani su 10 sono propensi ad avvicinarsi a questo modello di consumo ma solo l’11% lo ha già fatto (fonte Ipsos).

 

I settori più interessati sono la mobilità – c’è chi per esempio vuole dividere il taxi o addirittura la barca – fino agli alloggi (+22% di annunci negli ultimi 3 mesi), anche in coabitazione con anziani (il cosiddetto silver cohousing) e nel settore professionale cresce la condivisione degli spazi con il coworking(+18% negli ultimi 3 mesi) che si traduce anche in sinergie professionali e nuove opportunità. Un +14% registrano invece gli annunci di vendita o noleggio di usato.

E’ dunque su questi due capisaldi di un forte manifatturiero additivo e digitale, con processi re-ingenierizzati da un lato, e di una logica di sharing economy dall’altro, che va promosso il progetto Fabbrica4.0, una vera sfida Paese, che potrà consentire di tornare ad essere competitivi e performanti in una economia che non è più quella di venti anni fa, ma neanche di cinque anni fa e che certamente corre più veloce di ogni possibile immaginazione.

IN CONCLUSIONE: INDUSTRIA CENTRALE

E’ fuor di dubbio che l’industria svolge un ruolo centrale nell’economia dell’Unione europea, pari al 15% del valore aggiunto (rispetto al 12% negli Stati Uniti). Ed è anche fattore chiave di ricerca, innovazione, produttività, occupazione, esportazioni.
Ma è altrettanto vero che l’industria europea è fondamentalmente diversa: mentre il settore industriale europeo tedesco e orientale sta guadagnando quote di mercato e vede crescere rapidamente la produttività, altri Stati dell’Unione Europea sono sulla strada della deindustrializzazione. Quindi è in corso una frattura, sempre più ampia, tra Germania e i paesi dell’Europa dell’est e dall’altra parte Francia, Gran Bretagna e il sud Europa.

Industrial Compact, documento cardine della politica industriale dell’Unione Europea, di qui al 2020, si pone un obiettivo ambizioso e importante: accompagnare il manifatturiero a generare il 20% del Pil entro il 2020 (rispetto all’attuale 15%).

Dobbiamo anche prendere atto che l’Italia, a fianco di un 20-30% di aziende virtuose e leader sui mercati, ha oggi una gran quantità di PMI assolutamente in ritardo.

In sostanza bisogna prendere atto che il sistema imprese del Paese é vecchio. Vecchio non solo in termini di infrastruttura, ma anche e soprattutto nella mentalità di tanti vecchi imprenditori, che hanno fatto venti/trent’anni fa la fortuna dell’Italia ed ora non reggono più il passo con un mondo che corre, corre…!

Ma per questa sfida é decisivo che l’Italia la affronti con un manifatturiero diverso da quello attuale o di tre anni fa.

COSA PUÒ FARE IL SISTEMA PAESE

Vanno studiati più che contributi alle imprese, incentivi all’innovazione laddove l’impresa investa nella reingenirizzazione dei processi produttivi, nel digitale (intendendo qualcosa di fisico, tutt’altro che virtuale), ma anche nel fare sharing, dare risposte alla necessaria crescita dimensionale delle nostre imprese per affrontare i mercati, facendo rete, sviluppando reti d’impresa.

In estrema sintesi va detto che “La competitività della manifattura passa dal digitale”

SMART MANIFACTURING NEL MONDO

– Il governo tedesco é stato il primo a livello mondiale a definire una strategia nazionale a sostegno della digitalizzazione del proprio comparto manifatturiero, la nostra Fabbrica4.0 e a loro va attribuita la Industry4.0, per la prima volta apparsa nel 2011, poi recepita in sede UE. Da lì ha varato appunto il programma Industry 4.0, in collaborazione con imprese, associazioni, università, centri di ricerca, a sostegno della competitività del proprio sistema produttivo.

La Merkel ha poi attivato un vero e proprio think tank su Fabbrica 4.0 con il quale siamo in contatto. Sulle stesse tematiche saremo a Stoccarda il prossimo 9 e 10 settembre con ristretta delegazione di Confindustria x incontrare i colleghi tedeschi.

Da segnalare recente studio del Direttore dell’ Istituto “Institut der deutschenWirtschaft Köln” (IW), Prof. Hüther.

– quasi nello stesso periodo a metà 2012 gli USA varano la Smart Manufacturing Leadership Coalition (SMLC), organizzazione privata no profit, con lo scopo di favorire la collaborazione tra le aziende produttrici, enti di ricerca e università, e organizzazioni di produttori nella ricerca. Nello sviluppo di standard, piattaforme e infrastrutture condivise per l’adozione dello Smart Manifacturing. Tra le varie iniziative nel campo formativo la SMLC ha lanciato il programma “Workforce Imperative”.

– Regno Unito, pur con economia fortemente orientata ai servizi ha avviato l’iniziativa High Value Manifacturing, all’interno del piano nazionale Catapult. Va anche segnalata l’iniziativa europea Factories of future.