Prime “visioni” in attesa dello start ufficiale del 23 Ottobre
All’Università di Padova cultura immersiva.
A Roma, al Senato, Intelligenza Artificiale e Metaverso
L’Undicesima edizione di Digital Meet si terrà dal 23 al 28 ottobre 2023 in decine città di tutta Italia. Il 13 ottobre la nuova edizione sarà presentata in sala Nassyria, al Senato della Repubblica, alla presenza del Senatore questore Antonio De Poli. Tema dell’incontro: “Dal Commodore ‘64 all’Intelligenza Artificiale fino al Metaverso.” Il convegno sarà aperto da Gianni Potti, presidente di Fondazione Comunica e founder di Digital Meet.
Questa mattina all’Università di Padova, Gianni Potti, il professor Alessandro Sperduti, docente di biomatematica e Intelligenza Artificiale e il presidente della Camera di Commercio di Padova, Antonio Santocono, hanno presentato i contenuti del Festival 2023. E’ stata presentata, per la prima volta, da “Uqido” anche una mappatura dettagliata dell’intero Palazzo della Ragione di Padova che diventerà teatro di un’esperienza immersiva in Metaverso; uno spazio virtuale persistente che sarà aperto al pubblico.
Digital Meet, da dieci anni, promuove l’alfabetizzazione digitale di cittadini e imprese e ha una consolidata rete di utenti raggiunti; circa 1 milione, con oltre 3.000 speakers coinvolti, un migliaio di eventi proposti in tutta Italia e centinaia di partner e “ambassador”. Quest’anno gli eventi sono in molte città: Terni, Bologna, Firenze, Belluno, Udine, Aosta, Potenza, Napoli e altre ancora.
Sono previsti oltre 130 eventi con 220 relatori che affronteranno il tema dell’Intelligenza Artificiale, digitalizzazione e Metaverso in ogni sfaccettatura. Il loro impiego nella sanità, pubblica amministrazione, nelle aziende e nella formazione e intrattenimento. Ma anche come tutto questo viene gestito e vissuto nei diversi continenti. Questa volta sarà approfondito lo stato delle cose in Asia: dialogheranno i principali esperti di sicurezza informatica e IA provenienti dalla Cina, dall’India, dall’Australia e da Taiwan. Tra i relatori Nello Cristanini informatico, docente della University of Bath in Gran Bretagna, Chia-Mu Yu, docente di sicurezza informatica della National Yang Ming Chiao Tung University, Jacopo Pantaleoni, esperto in calcolo ad alte prestazioni con un lungo trascorso a NVIDIA corporation e autore del libro The Quickest Revolution: An Insider’s e tantissimi altri ospiti. A Vicenza terrà una lezione magistrale il fisico, padre del microchip, Federico Faggin che per la prima volta affronterà il tema del 5.0. Dal 23 al 28 ottobre i temi saranno, tra l’altro, da AI & Security, Opportunità e Rischi dell’Intelligenza Artificiale, Le macchine intelligenti, La rivoluzione quantistica, Come fidarsi dell’AI, Applicazioni nelle neuroscienze e Personalizzazione diagnosi e cura in età pediatrica con l’AI.
Gianni Potti ha detto che in questi primi dieci anni è stato fatto lo sforzo di “alfabetizzare gli italiani alla digitalizzazione, ora si apre una nuova fase verso la vera e propria acculturazione. La competenza digitale”, ha spiegato Potti, “dovrebbe essere considerata come competenza di cittadinanza. Oggi chi non è in grado di saper usare un cellulare o di affrontare con un minimo di sapere digitale situazioni quotidiane: acquistare un biglietto del treno o dell’autobus, prenotare una visita medica, richiedere documenti alla Pubblica Amministrazione e quant’altro, è come se vivesse in un contesto arretrato e con garanzie di cittadinanza diminuite. Dobbiamo fare in modo che le competenze digitali siano considerate come una necessità e non un’opzione e fare scelte come quando, agli inizi degli anni Sessanta, si introdusse la scuola media inferiore obbligatoria per tutti. La competenza digitale è, ormai, una competenza di cittadinanza.”
Un’indagine di Digital Meet rivela che oggi quasi tutti abbiamo sentito parlare di Intelligenza Artificiale (96%, +14 punti dal 2019). Otto su dieci dei cosiddetti boomer conoscono il tema. Ma non tutti vedono l’IA come qualcosa di positivo. A preoccupare sono soprattutto le sue implicazioni nel lavoro (37%) e nei rapporti di forza uomo-algoritmo (35%).