Blasting News. Intervista a Gianni Potti sulle nuove sfide: IA, STEM al femminile e alfabetizzazione

22 Ottobre 2021
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Lo scorso 21 ottobre, Gianni Potti, fondatore di DIGITALmeet, ha rilasciato un’interessante intervista a Stefano Calocchio per Blasting News. Diverse le tematiche affrontate: dall’Intelligenza Artificiale alle discipline scientifico-tecnologiche (STEM) al femminile, fino al progetto di digitalizzazione di tutto il paese.

 

Per il founder il nostro tessuto va ricucito non solo attraverso la connessione, ma anche con l’alfabetizzazione informatica e le competenze digitali

Per la serie BlastingTalks intervistiamo Gianni Potti, founder del DIGITALmeet. Giunto alla nona edizione, il DIGITALmeet rappresenta il più diffuso festival digitale in Italia. Sarà presente in tutte le regioni italiane, con 150 eventi che si svolgeranno dal 19 al 23 ottobre.

Blasting Talks è una serie d’interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali. Leggi le altre interviste della serie sul canale BlastingTalks Italia.

Partiamo dal particolare momento storico nel quale si svolge questa edizione: quali sono le principali sfide che avete dovuto affrontare sia dal punto di vista dei contenuti, sia per quanto concerne l’organizzazione pratica?

Nel mondo degli eventi stiamo andando verso un nuovo sviluppo. Lo stiamo testando anche su di noi. L’edizione scorsa è stata completamente online. Di fondo il concetto di questa edizione nasce da due dati. Il primo è che 10 milioni d’italiani si sono avvicinati a internet per la prima volta durante la pandemia. Molti per questioni di utilità, perché questo fenomeno è stato un acceleratore. Il secondo dato racconta inoltre che negli ultimi due anni il digitale ha avuto un’accelerazione sette volte più rapida che nei due anni in precedenti.

È stato registrato un picco del 75% di traffico dati in più rispetto al periodo pregresso. Oggi siamo al + 50%, che è comunque moltissimo. Questo per dire che ci sono tutta una serie di fenomeni che non stiamo ancora leggendo abbastanza. Ma se tanto mi dà tanto, nei prossimi due anni avremo ulteriori accelerazioni.

Entriamo nel merito dei contenuti: può raccontare ai lettori quali tematiche chiave saranno affrontate durante il DIGITALmeet?

Abbiamo iniziato con tre temi. Il primo è quello dell’intelligenza artificiale, con tutto ciò che c’è dietro. Privacy, cyber sicurezza, gestione del dato, learning machine. Second punto: le competenze STEM e le donne. Ci sono quattro o cinque eventi al riguardo disseminati in giro per l’Italia. Il terzo tema è proprio quello che abbiamo appena affrontato in Umbria e che affronteremo nei prossimi giorni in diverse sedi italiane, ovvero il digital divide.

È necessario provare a ricucire il paese, che secondo noi su questi temi non sarà più solo Milano, Roma, Torino o Bologna. Questi poli devono diventare trainanti anche per i piccoli borghi, che l’Umbria rappresenta bene… così come per tanti altri borghi italiani. Il nostro tessuto va ricucito non solo attraverso la connessione, ma anche tramite una cultura diversa, che passi dall’alfabetizzazione informatica e dalle nuove competenze digitali.

Nel corso della presentazione del DM avvenuta presso il Senato della Repubblica lo scorso 15 ottobre il Professor Paolo Gubitta dell’Università di Padova ha messo in evidenza il tema del gender gap presente in Italia riguardo a tecnologia, imprese e carriere al femminile: quale opinione ha maturato al riguardo?

Intanto aver appreso che dove ci sono le donne i fatturati sono incrementati è una bella cosa e un bel concetto. Poi che non sia solamente un tema nord centrico, ma che il sud non sia così malmesso come imprese femminili è anch’esso un dato interessante. Però ho anche riscontrato nei minuti successivi alla presentazione che c’è stato molto dibattito nel comitato scientifico e tra chi era presente in sala. Perché evidentemente è un tema che appassiona e che è stato ben sollecitato. Abbiamo aperto un grande dibattito, anche all’interno del nostro comitato scientifico. Ci saranno occasioni in questi giorni per tornare a parlarne.

Una parte rilevante del PNRR sarà destinata alla digitalizzazione: come si inserisce in questo contesto il programma degli eventi presenti nell’edizione 2021 del DIGITALmeet?

Nel breve termine possiamo aspettarci, a suo parere, un reale cambio di passo verso la digitalizzazione del Paese?

A proposito di sigle cito l’indice europeo DESI (Digital Economy and Society Index) che ci posiziona tra gli ultimi nelle competenze digitali. Questi sono i punti di partenza. Il PNRR è una occasione one shot, un colpo solo che possiamo giocarci nel Paese per recuperare competitività e posizioni. Ci sarà una discussione politica molto grande al riguardo, ma resta sul piatto che il PNRR prevede d’investire sul digitale e sulle relative competenze qualcosa come 40 milioni di euro. Cifre assolutamente importanti nel settore. Io credo che questo possa rappresentare un salto di qualità per la cosiddetta industria 4.0.

E dall’altra parte per i semplici cittadini, ma anche per i ragazzi più giovani, perché sono coloro che non sempre sono consapevoli dei rischi che corrono nel navigare in rete o nell’utilizzare i social network. In questo contesto serve grande attenzione per temi come la cyber sicurezza, la privacy, le fake news. E sulla difesa del digitale. Abbiamo diversi appuntamenti in calendario al riguardo in questo giorni.

Infine, terminiamo con una domanda di ampio respiro: quali sono a suo parere le sfide più grandi che dovranno affrontare gli operatori del settore digitale in Italia nei prossimi 10 anni?

In primo luogo la condizione essenziale è la connessione. Intendo dentro i luoghi di lavoro, ma anche quelle a bassa risoluzione fino al 5G, oltre a quello che potrà uscire tecnologicamente un domani.

Poi c’è una seconda parola che riguarda soprattutto la pubblica amministrazione, la quale che ci piaccia o no è il fulcro da cui passano tantissimi svecchiamenti del sistema digitale. Interoperabilità è la parola magica: serve rendere i sistemi intercomunicanti. Non possiamo chiedere come cittadini dieci volte le stesse informazioni alle varie amministrazioni pubbliche. Il terzo e ultimo punto è quello delle skills e dell’alfabetizzazione digitale. Noi abbiamo nel DIGITALmeet tantissimi digital evangelist che regalano pillole informative alla cittadinanza. Perché solo se saremo consapevoli e alfabetizzati digitalmente riusciremo a dominare culturalmente la tecnologia.

*Fonte ufficiale Blasting News.