David Orban: il futuro è nelle azioni sostenibili
David Orban: il futuro è nelle azioni sostenibili
Il presidente di SingularityU Italy premiato come Ambasciatore
DIGITALmeet per la sua lectio magistralis all’Orto Botanico di Padova
La sua Lectio Magistralis all’Orto Botanico di Padova Guardare, immaginare, costruire e diventare il futuro era l’evento clou di DIGITALmeet, il più grande e diffuso festival italiano sull’alfabetizzazione digitale (www.digitalmeet.it). E la “digistar” dell’edizione 2018 non ha deluso le attese. David Orban, Presidente di SingularityU Italy, ha parlato delle sfide all’orizzonte e del modo di affrontarle. Investitore, imprenditore, speaker, autore, leader di pensiero nel panorama mondiale della tecnologia, ora Orban è anche Ambasciatore di DIGITALmeet, come recita la targa che gli è stata consegnata da Gianni Potti, Presidente di Fondazione Comunica e Founder DIGITALmeet.
Ecco i princiapli temi toccati oggi da Orban.
Su Singularity University e sulla scelta di presentarsi come B Corp: ”Abbiamo aperto in Italia da poco. Abbiamo selezionato, formato e certificato un corpo docente che ci permetterà di entrare in forte contatto con le realtà italiane che hanno un ruolo importante nel futuro dell’economia e della società. Le aziende benefit che godono in Italia di una legislazione specifica riconoscono che solo le iniziative sostenibili dal punto di vista ecologico e sociale avranno modo di fiorire in un futuro che deve operare compatibilmente con le risorse disponibili sul pianeta. Adottare questa forma societaria è una premessa necessaria per costruire realtà durature che abbiano un impatto positivo sul mondo.
Noi parliamo di tecnologie esponenziali e studiamo come da una fase quasi impercettibile di cambiamento possano arrivare a una fase dirompente. La necessità di abbracciare un modello economico e sociale come quello delle società benefit avrà un percorso simile. Se oggi non è ancora universalmente riconosciuto e se non è necessario che una nuova impresa nasca come tale, in un futuro magari non troppo lontano succederà il contrario. Se nasce un’azienda che non è una società benefit, sarà spontanea la domanda da parte di chiunque: “Cosa c’è di sbagliato?”.
Sul rapporto tra tecnologia e progresso: “La tecnologia è una forza positiva nel mondo e dobbiamo per affrontarne per affrontare le nostre più grandi sfide. I cambiamenti di una società complessa richiedono un atteggiamento consapevole, che non abbia una fiducia cieca in una forza astratta del mercato ma che possa guidare il punto di arrivo della trasformazione sapendo che deve essere una cosa inclusiva. C’è una crescente consapevolezza nelle aziende tecnologiche di offrire soluzioni in grado di avanzare lo stato di benessere. È un percorso che non avrà mai fine, quindi dobbiamo sforzarci di aiutare imprese e comunità con un dialogo robusto per prendere decisioni coerenti. Qualunque iniziativa per avere un impatto non può che usare la tecnologia. Le società che abbracciano la tecnologia avranno modo di sperimentare quali sono quelle più adatte per affrontare le loro sfide. Ogni cambiamento non può che essere progressivo, anche se non necessariamente costante e lineare”.
Sul livello di digitalizzazione delle imprese: ”Se ci sono aziende ancora dubbiose sugli strumenti digitali per la produttività e la competitività, queste corrono davvero il rischio di trovarsi alla periferia dell’iniziativa economica. Io ritengo che le aziende debbano già essere arrivate al punto di ritenere la cosa del tutto naturale e necessaria. Il cambiamento non è qualcosa che si compie per poi rilassarsi. Lo sforzo costante per monitorare e adattarsi ai cambiamenti non può dare una garanzia di risultati ma è una promessa necessaria. L’Italia all’estero ha un’immagine eccezionale, mantenere le promesse di questa immagine è il risultato di uno sforzo continuo che le aziende migliori stanno già facendo”.