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7 Agosto 2024

Nel 2021 in Italia solo il 45,7% della popolazione tra i 16 e i 74 anni aveva competenze digitali almeno di base in tutti i domini. Inoltre, due giovani su cinque nella fascia 16-19 anni hanno scarse o nessuna competenza digitale, contro la media europea.
È la conferma che non basta sapere usare gli strumenti per vivere questa era digitale; bisogna anche capire con giudizio critico come questi strumenti comunicano e come funzionano, i pro e i rischi che generano. Fondamentale dunque il ruolo degli insegnanti e la loro formazione sull’uso dei nuovi strumenti e dei nuovi linguaggi. Serve formazione continua e adeguata che rimanga al passo con il mondo che ci circonda, che evolve, che muta in continuazione e in fretta.

La cultura nell’era digitale

Nel 2022 in Italia un minore su quattro, nella fascia tra i 6 e i 17 anni, ha letto almeno 12 libri in un anno, mentre circa uno su due non ha abitudine alla lettura nel tempo libero. E solo un minore su 5 nella fascia tra i 3 e i 17 anni è andato almeno una volta in biblioteca.
Per quanto riguarda lo sport invece, la percentuale di ragazzi che lo pratica in modo continuativo è ritornata quasi ai livelli pre-pandemia. Sugli aspetti culturali e lo sport incidono sempre molti fattori come le differenze territoriali e di background socio-economico.

Più consapevolezza e più responsabilità

Serve molta più coscienza e consapevolezza che la rete non è stata pensata e progettata per i minori e che esistono forti diseguaglianze nell’accesso al mondo e agli strumenti digitali. Per questo diventa necessaria la responsabilizzazione degli adulti, in particolar modo dei genitori. Servono azioni concrete per aiutare i giovane a non essere fagocitati da un’era digitalizzata senza controllo: un maggiore impegno di società e politica per la sicurezza in rete di bambine, bambini e adolescenti; la costruzione di programmi strutturati e organici di formazione agli insegnanti; accompagnare e aiutare nell’utilizzo del digitale in modo critico e consapevole

La dipendenza da connessione

È un disturbo da dipendenza legato all’utilizzo intensivo e ossessivo di internet in tutte le sue forme, dalla navigazione sui social network, alla visualizzazione di filmati, al gioco online. La dipendenza da internet racchiude diversi atteggiamenti e comportamenti problematici online, tra cui: dipendenza da videogiochi, shopping compulsivo, sovraccarico informativo e rapporto malsano con le relazioni virtuali.

Un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità afferma che il 13,5% dei ragazzi e delle ragazze di 11, 13 e 15 anni fa un uso problematico dei social media. Online e in particolare sui social si cerca rifugio, anche da sentimenti negativi che, a quell’età, non sono poi così rari. Social e gaming online comunque non sono solo negativi, ci mancherebbe altro, possono essere anche un ottimo strumento di socialità, integrazione in community online e apertura verso il mondo.

I ragazzi tra gli 11 e i 19 anni dichiarano di passare oltre 5 ore al giorno online. La pandemia ha di certo costituito un fattore di accelerazione non del tutto positivo sul fronte dell’accesso: pensate che nel biennio 2021-2022 è cresciuta la quota di bambini tra i 6 e i 10 anni che utilizzano il cellulare tutti i giorni (si attesta al 30,2% rispetto al 18,4% del periodo 2018-2019).


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5 Agosto 2024

Secondo l’ISTAT, gli over 65 sono il 22,6% della popolazione, ma sono decisamente cambiati rispetto ai loro coetanei di vent’anni fa.

La conferma emerge dalla ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif e punta ad analizzare, prendendo a campione 700 senior tra i 65-85 anni, lo stile di vita e le abitudini nel terzo millennio. Chi pensa che la tecnologia non faccia parte della loro vita dovrà ricredersi: amano la tecnologia e la utilizzano. La ricerca, infatti, è stata completamente condotta online tramite l’utilizzo di smartphone, tablet e pc, sfatando così questo luogo comune. La stessa ricerca fa emergere che non rinunciano nemmeno ad attività che li rendono felici come viaggiare, prendersi cura di sé, praticare attività ludiche, sportive e culturali.

Oltre quattro su dieci dichiarano di amare la tecnologia. Il 62% degli intervistati infatti dichiara di utilizzarla in modo autonomo e il 57,1% apprezza l’arrivo dei social network perchè li fa sentire meno isolati. Grazie agli odierni device più semplici e intuitivi gli over 65 sono disposti a mettersi in gioco e imparare.

Qualche paura però non è cambiata e non si è modernizzata. Ai primi posti troviamo la paura di cadere in casa, l’insorgere degli acciacchi, la salute, i furti e le aggressioni. Altro dato rilevante è che ancora il 36,7% afferma di vivere sempre più in solitudine. Ecco che i social possono dare una mano a sentirsi meno soli!

Il rapido invecchiamento della popolazione, conseguenza del drastico calo di natalità,

e il crescente utilizzo dei mezzi tecnologici digitali ed informatici sono una delle grandi sfide della società moderna che non è ancora del tutto messa a fuoco. Eppure bisognerà tenerne conto. Che piaccia o no è necessario creare un legame più stretto, più solido, più codificato tra l’utilizzo sempre più frequente del digitale e la popolazione della terza età.

È inevitabile del resto che il mondo sia sempre più digitalizzato, ma nello stesso tempo bisognerebbe mettere ordine, pur senza allarmismi, nella eccessiva riduzione degli sportelli soprattutto negli uffici pubblici. Le banche, per esempio, hanno ridotto la presenza degli operatori alle casse e hanno installato all’interno macchine capaci di eseguire, pagamenti, bonifici, versamenti. Gli addetti sono sempre disponibili a fornire assistenza diretta. Gran parte degli utenti utilizza poi facilmente il servizio di home banking ma il funzionamento degli sportelli è comunque garantito. Il problema per le persone anziane si pone invece per molti servizi di aziende pubbliche che non prevedono alternative all’utilizzo dell’online. E qui bisogna rimediare.